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“Però non mi sono fatta nulla di grave. Anche la strega era allo stremo quando questa Puella Magi è venuta. Grazie per avermi presa comunque. Ora mi siedo per terra. Piuttosto,” dice rivolgendosi alla Puella, “non ci siamo presentate. Io mi chiamo Aya Maeda.” La ragazza risponde: “Juliette Arth.”, poi aggiunge tutto d’un fiato e con un’aria un po’ grave: “Quanto tempo è passato da quando hai stipulato un contratto con Shibey?" Stupita dall’improvviso cambio di tono da parte di Juliette, Aya chiede: “Perché vuoi saperlo?” “Perché non mi sembra che tu sia da troppo nel giro, se non sai riconoscere quando è meglio non andare in piena carica contro il tuo nemico. Tieni bene a mente questo consiglio. Salva vite.” Un po’ indispettita, cercando di non farlo trapelare, Aya dice: “Grazie, cercherò di ricordarlo. Anche gli esperti non cessano mai di imparare in fondo. Tu da quanto sei una Puella Magi?” “3 anni tra due mesi. Mi dirai invece da quanto lo sei tu un’altra volta. Ora devo proprio andare. Purtroppo dovete occuparvi voi di queste persone. Vi va bene se ci vediamo qui domani?” Dopo che tu hai rivolto uno sguardo interrogativo a Aya, assentite a un suo cenno e dopo che’avete salutato Juliette, la Puella comincia a camminare nella direzione opposta rispetto a quella da cui siete venute.
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- Per me va bene. Anche perché, adesso ho bisogno di tornare a casa - Quella Juliette, aveva un'aria molto severa, specialmente mentre parlava con Aya. Ah! già la donna a terra. Adesso mi sembra l'opportunità migliore per chiamare l'ambulanza. Ma prima devo chiedere ad Aya: - Ecco ... bisogna chiamare l'ambulanza ... giusto? -
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"Sì, adesso la chiamiamo. Siamo state fortunate che quell'uomo non si sia svegliato mentre io ero là dentro." Dopo essere tornata normale, Aya tira fuori il telefono e chiama l'ambulanza, fornendo tutti i dettagli, dovendo però per forza dire che erano arrivati lì dopo, non che qualcuno possa pensare che due ragazze abbiamo fermato un uomo armato. Dopo 26 minuti, arriva l'ambulanza e porta via le due persone. Tu e Aya vi incamminate insieme per un po' e poi vi salutate e imboccate le vostre rispettive strade per andare a casa. Dopo qualche minuto di lento cammino, sei infine sulla soglia di casa.
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Eccomi qui! Ho proprio bisogno di stendermi.... È quasi ora di pranzo e a casa ci dovrebbero essere solo i domestici, che però sono in cucina a pranzare, mentre mio padre è a lavoro fino a sera e quella donna..... Potrebbe essere da per tutto a mio parere. Entro vado in camera senza farmi vedere da nessuno, visto che nessuno c'è in questo momento. Mi siedo sulla sedia della mia scrivania e tiro fuori quello che doveva essere il mio pranzo oggi. Non ho fame, ma mangio tutto, in silenzio, troppo provata da tutto quello che mi è successo. Ho ancora il cellulare ma è spento. Lo accendo, voglio parlare con qualcuno. Il numero è quello di mia madre. E se le dicessi tutto? No non mi crederebbe mai! Non posso parlarle neanche della condizione con la compagna di Papà... Altrimenti ... Maledetta situazione! Mi butto sul letto triste. Non posso sopportarla! Perché non può andare via? Ho bisogno di riposarmi. Tutto questo è semplicemente troppo per me!
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Nonostante la luce invada la tua stanza, senti le palpebre sempre più pesanti e ti addormenti. Ti svegli a causa di delle voci veramente rumorose. Guardando la sveglia, noti che sono passate circa due ore da quando ti sei addormentata. Butti un occhio fuori dalla tua stanza e noti la donna, tutta trionfante ad appoggiarsi sul corrimano, urlando qualcosa al piano di sotto, probabilmente a tuo padre. Quella malvagia! Scommetti che ti ha vista dormire e ha cominciato a gridare apposta. Dato che è voltata, provi a chiudere la porta in silenzio, ma ti nota e sorride, tuttavia senza cercare di entrare. “Mi sa che quello è un “Missione compiuta” per lei.”, pensi. “Sembra che tu abbia una vitaccia.” All’improvviso senti la voce di Shibey e girandoti, lo trovi appoggiato sulla scrivania. “Quando sei entrato?” gli sussurri. “Quando sono entrati la donna e il suo servetto. Comunque non serve sussurrare. Io ti sto parlando per via telepatica, quindi in questo momento posso sentire tutto quello che pensi.” “Ah. Comunque evita di ripetere “servetto”. Lei non ne ha mai avuto uno. Inoltre, nessuno dei domestici aveva motivo di uscire oggi. Quello che hai visto probabilmente era mio padre.” Ti fermi un secondo per trattenere le lacrime, ma Shibey per quanto ne sai l’ha capito comunque. Lui ti chiede: “Vorresti fare qualcosa?”.
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Qualcosa? Che vuol dire?
- Tipo cosa? - chiedo a Shibey
- Tipo espimere il deiserio di non rivedere più quella donna. - ma ancora ci pensa? Accidenti quanto è insistente! Anche se non rivedere mai più quella donnaccia a casa... sarebbe una manna dal cielo, però...
- Io non lo so.... -
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“Ok, va bene. Comunque, ero venuto qui perché Juliette mi ha chiesto se potevo chiederti se puoi raggiungerla un secondo.” “Potrei farlo, ma non so se mi va di uscire a fare un giro qualunque quando quella donna è proprio qui fuori. Comincerebbe a fare domande e dire che non dovrei uscire, magari fingendo anche di tenere a me adducendo come motivo la mia stanchezza.” “Al momento è dalla parte opposta della casa, quindi la scelta spetta a te.” Sollevi un sopracciglio in segno di stupore e diffidenza. “Ma tu sai proprio tutto. Comunque, lasciami riflettere un secondo.”
Se accetti, Juliette ti vuole parlare di come lei ti potrebbe aiutare di più nel tuo eventuale percorso di Puella Magi, dato che Aya non le ha fatto una buona impressione. Per favore, stavolta sviluppa un po' il discorso. |
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Ci penso su ... Certo farei preoccupare Papà, però ... Oh beh ... Sospiro
- Qualsiasi cosa, per vedere il meno possibile quella stre... Quella donna - non potevo chiamarla "strega", non dopo aver visto quello che le vere streghe potevano fare. E io non ne ancora vista una dal vivo.
Esco, sgusciando via dalla mia stanza e poi dalla mia casa. Seguo Shibey per un po' di tempo e dopo un po' incontro Juliette. Chissà cosa mi vuole dire.
- Ciao - la saluto
- Ciao Rina -
- Scusa per questa improvvisata. Immagino che dopo una mattinata del genere, i discorsi di maghe e streghe, sia l'ultima cosa che vorresti sentire. -
- No no, non fa niente. Infondo anche io ne faccio parte, volente o nolente. E poi ... In questo periodo, meglio qui che a casa mia. Che mi volevi dire? - Juliette si fa seria e comincia a parlare.
- Vengo subito al dunque: lascia che sia io a spiegarti come vanno le cose nel nostro giro. Io sola, senza che ci sia l'altra. - Ma che sta dicendo?
- Cosa? Perché? -
- Perché quella ragazza, è stata troppo avventata a farti entrare nel nostro giro. -
- Ma no è colpa mia se... -
- Non è solo questo... in combattimento è completamente impulsiva, non voglio che quando combatti ti butti in battaglia come lei - Ma questa ragazza ...?
- Guarda che non ho ancora accettato. - dico - E non puoi avere la sicurezza che lo faccia. -
Edited by Elena DiSney - 10/9/2016, 12:20
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“Ma infatti ti sto parlando nell'eventualità che tu accetti. Probabilmente tu tieni già a quell'altra ragazza, Aya, ma non la sto escludendo per capriccio. L’altro giorno non è stata per niente disposta ad ascoltare quel mio consiglio. Si è invece messa a snocciolare scuse. Però volevo sapere se tu volevi provare.” Tu le rispondi: “Ma lei finora mi insegnato tutto benissimo.” “Ma non sei ancora una Puella Magi e quindi ti può aver fornito solo le informazioni teoriche, cosa in cui sono bravi tutte le Puellae Magi attive, ma l’hai vista combattere contro una strega?” A questa domanda sei costretta a rispondere di no. Lei ricomincia: “Be’, io l’ho vista e come stile di combattimento ha ancora diversa strada da fare. Deve essere stata fortunata nelle streghe che le sono capitate finora. Cosa vuoi fare, dunque? Se hai bisogno di qualche giorno per pensarci, per me va bene.”
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Ho bisogno di tempo per pensarci. Sto per rispondere, quando sento: - Aspetta, Rina! - La voce di Aya? Eccola sta correndo verso di noi.
- Aya?! Ma come ...? -
- Io vivo qui nei paraggi, ho usato la telepatia e vi ho sentite -
- Ah... -
- Avventata e anche impicciona - commenta Juliette
- Ti ho sentita, e io ... - continua Aya
- E tu cosa? Sono della mia opinione di prima, fino ad ora sei stata fortunata a non finire con la testa mozzata. Ma la fortuna prima o poi finisce, come per quella di oggi, se non fossi intervenuta io, a quest'ora i tuoi cari, piangerebbero le tue spoglie. - Aya si arrabbia
- Senti tu...! - E anche io!
- Basta! - esclamo autoritaria. Non li sopporto i litigi - Prima di tutto tocca a me decidere. E io dico che sceglierò chi mi deve aiutare, se e SOLO SE deciderò di essere una Puella Magi. In questo momento, voi tre, perché parlo anche con te Shibey, mi state solo confondendo le idee, è accaduto tutto in mezza giornata e, sinceramente parlando, io ho già i miei problemi, senza che ci siano streghe, maghe, creaturine strane e costumi ancora più strani a complicarmeli. Datemi una tregua! -
- Qui nessuno ha detto che non devi pensare con calma. - mi dice Shibey con una calma incredibile
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“Nessuno l’ha detto, ma tutti mi state col fiato sul collo peggio di un branco di cani da caccia che ha avvistato un cervo. Non sembra che ci guadagnate milioni dal reclutare la gente. Comunque, io me ne torno a casa.” Nessuno cerca di fermarti. Dopo essermi allontanata, non fai quello che hai detto (“come potrei tornare a casa in questo stato?”, pensi), ma te ne vai in un qualche parco in cui puoi sederti in disparte. Rimani lì a rimirare il cielo e a riflettere su quanto appena accaduto. “In fondo Aya e Juliette stanno solo cercando di farmi prendere la decisione giusta. Certamente loro non hanno nulla da guadagnarci da tutto questo, dato che affrontano quelle streghe. Mi chiedo se Shibey mi rispondesse sinceramente se gli chiedessi se lui ci guadagna qualcosa. Ma no, è impossibile. In fondo quelle cose uccidono le persone. Probabilmente lui ha fretta nel reclutarci dato che molte persone possono finire vittime. Ho visto io stessa i loro effetti. E poi Shibey ha fatto il possibile per salvare Aya, chiamando Juliette nonostante lei avrebbe potuto essere ovunque quando io non ho accettato di andare con Aya.” Avendo riflettuto ed essendoti calmata, te ne vai a casa. Quando arrivi tuo padre sta uscendo con lei. Entri e te ne vai in camera in camera tua.
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Appena butatto la testa sul cuscino arriva una domestica e mi dice: - Signorina è ora di cena! - Che stress! Anche la cena è diventata uno stress. Un momento dove si sta tutti insieme per me è uno stress. Dover affrontare quella dannata facendo finta di niente, davanti a mio padre.
Esco e vado in sala da pranzo.
Mi accomodo alla sinistra del capo tavola. Ringrazio per il buon cibo che mi mettono davanti e mangio. I miei movimenti sono lenti e monotoni. Finisco di mangiare e torno in camera mia senza dire nulla. dopo qualche ora di solitudine, vado a dormire.
Quante ore sono passate da quandi mi sono messa sul letto cercando di dormire in vano? 3? 4ore? Non riesco ad addormentarmi. Sono stanca ma non riesco a dormire Esco per andare in bagno, ma mi fermo davanti la stanza di mio padre. Guardò trovo ... Papà e quella donna, nel letto a parlare tranquilli.
- Va tutto bene amore? - dice mieloso quella maledetta - Sei così silenzioso -
- Non è nulla cara, ho solo mal di testa - Risponde. Quella donnaccia lo prende per meno e dice: - Devi lavorare molto, Tesoro. Sta tranquillo, e rilassati -. Mio padre le sorride e dice
- Oh Kotori - è il suo nome - Sei così dolce. - Mio padre... è davvero schiavo di quella donna, non capisce che lo sta solo usando! Maledizione! Vado in camera. e mi butto sul letto e piango.
Edited by Elena DiSney - 13/9/2016, 14:46
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Dopo esserti sfogata, ti prepari per le lezioni di domani, pur sperando che la scuola non apra anche oggi. “Magari c’è una strega”, pensi. “Sarebbe una situazione in cui ci guadagnano tutti, dato che otterrei di non andare a scuola e Aya o Juliette farebbero in modo che ci sia una strega in meno prima che qualcuno si faccia del male.” Stavolta programmi la tua sveglia. Infine te ne vai a dormire.
La mattina dopo il suono ti sveglia. Dopo esserti vestita, oggi scegli di prendere dei cereali per colazione. Una volta finito, saluti tuo padre e, a malincuore, quella donna ed esci. Quest’oggi l’autobus è puntuale. Trovi che l’atmosfera sull’autobus sia più rilassata rispetto a ieri. Finalmente sei salutata dal rosso della fermata e scendi.
A scuola vedi la solita folla di studenti che aspettano l'ora accordata per entrare. Guardi continuamente tra le varie persone per vedere se c'è Aya e infine la scorgi. "Hey, Aya!", le dici. Lei ti vede e si fa largo per raggiungerti. "Ciao, Rina. Senti, mi dispiace per ieri. Scusa se non mi sono resa conto che ti stavo mettendo fretta. Piuttosto, se mai hai qualche altro problema, puoi dirmelo se ti va."
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Sorrido e le dico - Non fa niente non dovevo dare in escandescenza - poi mi ricordo - Tu sai cosa è successo qui a scuola? Non sarà .... - vedo Shibey appollaiato su un lampione e le dico icon la telepatia - .... Una strega? -
- No, ho già controllato anche ieri. Non so cosa sia successo, alcune ragazze della mia classe dicono che hanno trovato un cadavere qui. -
- Forse un famiglio? - chiedo io
- No, la mia soul gem lo avrebbe sentito come fa con le streghe. Non credo sia qualcosa che riguardi la realtà delle Puellae magi. -
- Capito ... Secondo te cos'è? - Aya scuote la testa. Io torno a essere pensierosa quando vedo delle ragazze della mia classe. Oh no! Quelle ragazze no! Sono quelle che mi prendono in giro.
- Rina? - mi chiede Aya - Cosa c'è? - Non la sto a sentire. Proprio ora dovevano farsi vive? Mi volto e vado per la via di casa, ma quelle lì hanno il passo veloce. Una di loro mi afferra alla spalla.
Sono tre in tutto: Misa, Naru e Tomo (O almeno così si chiamano tra loro, in realtà i loro nomi sono Misako Okuda, Naruko Yogiki e Tomoko Momori) Misa è il capo e ha i capelli lunghi e ondulati, fisicamente una bella ragazza. Naru è ha un caschetto fascinoso è magra e tremolante. Tomo ha una coda di cavallo e le forme abbondanti, quasi sproporzionate, ed è molto alta e taciturna.
- Aoibara - Mi fa Misa con un falso sorriso - Vedo che ti sei fatta una nuova amica oltre a noi -
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“Dato che siete riuscite a vedere che sto parlando con qualcuno, applicate il buon senso. O avete bisogno di vostra madre che vi dica ogni tre secondi di non interrompere gli altri? E non osate presentarvi come mie amiche!” Il sorriso di Misa si fa ancora più largo, ai limiti dell’impossibile. “Ragazze, la nostra amica sembra essersi dimenticata come si deve comportare con noi. Che ne dite di rinfrescarle la memoria?” “Che ne dici di andarcene, Rina?” È stata Aya a parlare. “Ahh?”, dice Misa, “Non hai sentito che abbiamo che degli affari con lei? Sei scema per caso?” Aya non risponde e mi porta in mezzo al gruppo di studenti. “Guarda che quelle ci seguono comunque.” Aya risponde: “Lo so. Ti presenti alcune persone dalla mia classe." Due secondi dopo, riprende: "Ciao, Brygida. Ciao, Dylan. Ciao, Amane. Vi volevo presentare questa persona che ho conosciuto da poco.” “Ciao. È un Piacere conoscervi”, dici tu. “Mi chiamo Rina.” Gli amici di Aya si presentano. Mentre cominciate a chiacchierare, noti che Misa, Naru e Tomo non si stanno avvicinando. Curiosamente, noti anche Shibey che osserva il gruppetto, come se anche lui avesse voluto intervenire nel caso le cose si fossero messe male. Intanto, suona la campanella. Dopo aver aspettato, altri cinque minuti, una persona esce ad informarvi che purtroppo non si può entrare nell'edificio oggi e vi invita a tornare a casa.
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